martedì 21 febbraio 2012

Mostrami come parli e ti dirò chi sei

Le style c'est l'homme, sostengono - giustamente - i francesi. Mi è venuta in mente questa sentenza scartabellando fra ricordi di viaggio.

Agosto 2010.
Il treno locale che mi porta a Freiburg si ferma in una stazioncina per quattro o cinque minuti.  Alla partenza si sente attraverso gli altoparlanti la voce del capotreno:
- Scusate l'imprevisto prolungamento della sosta, ma abbiamo avuto problemi con una porta non ben chiusa: adesso è tutto in ordine.
Al termine di questo viaggio approdo alla stazione centrale di Milano e salgo su un convoglio per  Torino. Il treno a due piani è occupato da centinaia di passeggeri, alcuni in piedi. La partenza è prevista per le 17.10. Passano dieci, venti, trenta minuti. Il treno non si muove. Notizie non ce ne sono, nessuno osa scendere dal convoglio, che potrebbe partire da un momento all'altro. I telefoni cellulari si arroventano. Ormai è passata quasi un'ora. La gamma delle imprecazioni è esaurita, qualcuno si ingegnato nell'inventarne di nuove. Si ode finalmente una voce:
- Il treno per Torino delle 17.10 oggi non sarà effettuato.
Esiste una giustificazione? Nesssuno lo saprà mai.

Agosto 2011.
Il TGV Parigi - Milano viaggia da tre ore. Si sente la voce del capotreno:
- Scusate se rallentiamo, pare ci siano problemi sulla linea.
Qualche minuto dopo:
- C'è stato un incidente sulla linea, dovremo fermarci per qualche minuto alla stazione di Mâcon.
Il treno si ferma per una decina di minuti, ma questo non gli impedisce di giungere in perfetto orario  a Modane, dove si passa alla gestione Trenitalia. Si tratta ormai di percorrere poco più di un centinaio di km, quasi tutti in discesa, ma ciò non ci impedisce di arrivare in vista di Torino con circa quindici minuti di ritardo. Ormai in piena città, a poche centinaia di metri da Porta Susa, altri dieci minuti di sosta. Venticinque minuti di ritardo in totale, per motivi ignoti a tutti. Molti hanno perso le previste coincidenze.

Ma l'episodio più divertente - si tratta ovviamente di umorismo nero - si situa alcuni anni fa. Il  treno su cui viaggio da Pinerolo a Torino si ferma in una stazione intermedia e non riparte più. Passa una ventina di minuti e dall'altoparlante della stazione giunge un annuncio grottesco:
- Il treno per Torino viaggia con ritardo indeterminato.
Le solite imprecazioni. Molti scendono ed entrano nell'edificio dellla stazione per informarsi sulla  possibilità di proseguire in autobus. In quel momento il semaforo, che era rimasto ostinatamente sul rosso, segna verde. Senza alcun annuncio le porte di chiudono e il treno riparte, lasciando a terrra un buon numero di passeggeri!

1 commento:

  1. Purtroppo l'efficienza italiana lascia un po' a desiderare, specialmente in fatto di puntualità.
    Mi capita spesso, mentre sono in viaggio da sola, di dover correre per tutta la stazione di Milano Centrale perchè qualcuno, chissà chi, si ostina a voler far apparire il binario di partenza con pochissimi minuti di anticipo. E la cosa divertente è che si tratta di un treno regionale! Dovrebbero sapere da dove parte di ora in ora. Invece a quanto pare, a loro piace molto lasciarci aspettare nella "suspance". Peccato che noi viaggiatori non siamo molto d'accordo...

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